Seduto a gambe incrociate di fronte a un perfetto sconosciuto ne sentiva il dolore. Erano le carte di fronte a lui a raccontarglielo. E gli occhi del ragazzo che aveva detto poche parole a confermarglielo. Una brezza calda di quel maggio inoltrato li avvolgeva in un’aura magica densa di significato. Erano soli anche se tanti...
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Libertà… di guardare oltre!
Gli piaceva stare seduto su quella fontana, a gambe incrociate guardando le persone di fronte a lui. Sapeva che osservare poteva portare a comprendere le persone. Non c’erano bugie nella comunicazione non verbale, soprattutto se l’osservazione non era esplicita. E così vedeva chi era soddisfatto, annoiato, felice o triste. I movimenti degli occhi, le smorfie...