‘Non me ne volere, Andrea, ho bisogno di stare da sola e capire tutto quello che è successo. Quando sarò pronta ritornerò. Te lo prometto.’
Non era da lei quel comportamento. Di solito per risolvere una questione sarebbe rimasta, avrebbe spiegato, cercato di mediare…
Invece adesso sapeva che doveva andare. E quindi andava. Molto semplice. Si era ripulita da quegli strati inutili di buona educazione che avrebbero coperto la sua essenza sincera.
Non credeva che fosse sbagliato quel comportamento. Era giusto dopo tutto quello che era accaduto in quei giorni e, ora doveva affrontare un’altra sfida, ma questa volta completamente da sola.
Aveva promesso: lo doveva non solo ad Apollonio ma anche e soprattutto a se stessa.
Quella consapevolezza le metteva le ali ai piedi. Un turbinio di gioia e comprensione del sé gorgogliava all’altezza del suo plesso solare.
Tutto era diverso da come era prima, lei era diversa da come si era presentata.
Una nuova Roberta era germogliata e avrebbe dovuto sbocciare. Ma doveva darle spazio. Doveva lasciare che prendesse il suo spazio e il suo tempo. Doveva dargliene la possibilità.
Si mise a correre verso Piazza Vittorio.
Andrea avrebbe capito.
Dentro di sé lo sapeva.
XIII - L'Arcano senza nome
Trasformazione profonda, rivoluzione.
Dopo il lavoro di svuotamento e di approfondimento svolto da L’Appeso, questa carta invita a far piazza pulita del passato, a una rivoluzione collocabile nelle profondità non-verbali o pre-verbali dell’essere, nell’ombra di quel terreno nero che ci è ignoto w da cui emerge, come dall’utero, la nostra umanità.
Alejandro Jodorowsky