Essere una cipolla

Hai presente quando Shrek, attraversando un campo di girasoli, parla con Ciuchino per cercare di spiegare se stesso? Proprio in quel frangente, osservando la cipolla che tiene in mano, ha un’illuminazione:

"Gli orchi sono come le cipolle. Hanno gli strati."

Se c’è una cosa che il nostro amato orco verde ha insegnato a intere generazioni, è che nessuno di noi è semplice, e spesso quel che si vede esternamente non è quello che poi può essere trovato, se si va oltre all’apparenza. Proprio come le cipolle. Sì, quelle che ti fanno piangere quando le sbucci e che, se tagliate, lasciano un odore persistente. Ma dietro alle parole di Shrek, c’è una metafora che rispecchia la condizione umana, quindi rassegniamoci: anche noi siamo delle cipolle, non solo gli orchi.

E questo è tutt’altro che un’offesa, anzi, essere una cipolla è un onore. Guardiamoci meglio dentro: siamo multistrato, non siamo sempre facili da sbucciare, e il nostro vero “io” è spesso nascosto sotto strati di esperienze, credenze e maschere sociali.

Ma cosa significa realmente essere una cipolla? E perché questa metafora dovrebbe interessarci?

Il primo strato della nostra cipolla è quello che mostriamo al mondo. È la parte di noi che si alza al mattino, si veste con abiti socialmente accettabili e affronta la giornata con un sorriso (o almeno con un tentativo di sorriso). Questo strato è fatto di tutte le cose che scegliamo di mostrare agli altri: il nostro lavoro, il nostro stile di vita, i nostri hobby. È l’immagine pubblica che costruiamo con cura e che spesso rappresenta solo una parte di chi siamo realmente.

Ma quanto è autentico questo strato? A volte, è un riflesso fedele di noi stessi, altre volte è una facciata creata per soddisfare le aspettative degli altri o per proteggere le parti più vulnerabili di noi. In ogni caso, è lo strato più facile da vedere, ma anche il più superficiale. Pensa a tutte quelle volte che hai detto “sto bene” quando in realtà non lo pensavi. Ecco, quello è il primo strato in azione.

Sotto la superficie, troviamo le credenze influenzate dalla nostra educazione, dalla cultura in cui siamo cresciuti, e dalle esperienze che abbiamo vissuto.

Questo strato è già un po' più complesso. Non è visibile a occhio nudo e richiede un po’ di introspezione per essere scoperto. È qui che iniziamo a trovare alcune delle nostre contraddizioni interne: crediamo in una cosa ma, sotto pressione, agiamo in modo diverso. Questo è lo strato dove iniziano a comparire i conflitti interiori, le piccole bugie che ci raccontiamo per far quadrare tutto.

Spesso, queste credenze derivano dalla famiglia, dal contesto sociale in cui siamo cresciuti, dalle frequentazioni che abbiamo avuto. E qui inizia il lavoro di smantellamento: bisogna sfogliare la cipolla, uno strato alla volta, e chiedersi “È davvero quello in cui credo, o è solo quello che mi è stato insegnato a credere?”

Proseguendo nel viaggio verso il centro della nostra cipolla, ci imbattiamo nelle nostre convinzioni personali, le cose di cui siamo convinti nel profondo del nostro cuore, le idee che ci guidano e motivano le nostre azioni più importanti.

Le convinzioni personali possono essere potenti alleate o temibili nemiche. Possono spingerci a raggiungere grandi traguardi o bloccarci in un limbo di inazione e paura. Riconoscerle è fondamentale per capire chi siamo veramente e cosa vogliamo dalla vita.

Ma come tutte le cose, anche queste convinzioni possono essere distorte. Possono essere influenzate da traumi passati, da insicurezze, o da paure irrazionali. E qui entra in gioco la consapevolezza: dobbiamo avere il coraggio di guardare queste convinzioni in faccia e decidere se vogliamo tenerle o se è ora di lasciarle andare.

Se continuiamo a sfogliare strato dopo strato, ci avviciniamo al centro della cipolla, al nucleo, l’essenza di chi siamo veramente. È la parte di noi che non è influenzata dalle opinioni altrui, dalle pressioni sociali, o dalle paure.

È il nostro vero io, quello che esiste al di là di tutto il rumore di fondo.

Raggiungere questo centro non è facile. Richiede tempo, pazienza e, spesso, un bel po’ di lacrime (proprio come quando si sbuccia una cipolla vera). Ma è anche un processo liberatorio. Ogni strato che togliamo ci avvicina di più a noi stessi, ci rende più consapevoli di chi siamo e di cosa vogliamo veramente.

E, una volta arrivati al cuore della cipolla, ci rendiamo conto che tutta la sofferenza, tutte le sfide, tutte le confusioni erano necessarie per arrivare a questa comprensione profonda di noi stessi. E sì, potremmo ancora piangere un po’, ma questa volta sono lacrime di liberazione, non di dolore.

La consapevolezza è il coltello che usiamo per sfogliare la nostra cipolla interiore.

Senza consapevolezza, rimaniamo intrappolati negli strati esterni, incapaci di vedere oltre la superficie. È solo attraverso la consapevolezza che possiamo iniziare a riconoscere i nostri schemi, le nostre paure, e le nostre vere motivazioni.

Questo percorso di consapevolezza non è un processo lineare. A volte, pensiamo di aver rimosso uno strato, solo per scoprire che ce ne sono altri nascosti sotto. Altre volte, ci troviamo di fronte a uno strato particolarmente difficile da affrontare, e potremmo sentirci tentati di fermarci. Ma è proprio in questi momenti che la consapevolezza diventa più importante.

Riconoscere i nostri bisogni, le nostre paure, e i nostri desideri ci permette di capire cosa ci sta veramente bloccando. Spesso, scopriamo che sono proprio le nostre convinzioni più radicate, quelle che consideriamo intoccabili, a impedirci di andare avanti. E solo quando abbiamo il coraggio di affrontarle possiamo iniziare a fare scelte che sono in linea con il nostro vero io.

Essere una cipolla è un lavoro impegnativo.

Richiede pazienza, coraggio e una buona dose di umorismo. Dopotutto, se non possiamo ridere di noi stessi mentre piangiamo nel processo di sfogliare la nostra cipolla interiore, allora rischiamo di prenderci troppo sul serio. E la vita è già abbastanza seria di per sé.

Ma ecco la parte bella: il viaggio verso il centro della nostra cipolla non finisce mai veramente. Anche quando pensiamo di aver raggiunto il cuore, c’è sempre un altro strato da scoprire, un’altra sfida da affrontare, un’altra parte di noi da esplorare. E questo è ciò che rende la vita così affascinante.

Alla fine, la teoria della cipolla di Shrek ci insegna che siamo tutti esseri complessi, stratificati, e in continua evoluzione. Non siamo mai una cosa sola; siamo il risultato di tutte le nostre esperienze, credenze, e convinzioni.

E il vero segreto per vivere una vita autentica è avere il coraggio di sfogliare questi strati, uno alla volta, fino a scoprire chi siamo veramente.

Quindi, la prossima volta che ci sentiamo persi o confusi, ricordiamo: siamo una cipolla. E ogni strato che sfogliamo ci avvicina un po’ di più al nostro vero io. Non dobbiamo aver paura di piangere lungo il cammino, perché ogni lacrima è un passo verso una maggiore consapevolezza e una vita più autentica.

Un percorso di counseling o di crescita personale può aiutare a prendere consapevolezza di sé per esprimersi nella propria potenzialità. Se pensi che sia arrivato il momento giusto per fare chiarezza su alcuni aspetti della tua vita lavorativa e non, intraprendi un percorso che ti permetta di far luce su quale siano le scelta giuste per te in questo momento. Trova la tua vera essenza e lascia che trabocchi, inondando di vita e gioia il mondo intorno a te.

Mara W. Cassardo - Counselor

Professional Counselor

+39 3473443223

 

 

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