Talvolta i problemi sono troppo grandi per essere guardati nella loro interezza. Ci spaventano, sono causa di stress. E sale la paura: di non farcela, di non essere abbastanza. Una sensazione che potrebbe anche portare alla rigidità o all’immobilità totale.
Anche perché noi stessi siamo sfaccettati e quando il problema si manifesta è annodato con la complessità della nostra vita che è fatta da molteplici situazioni e relazioni in qualche modo correlate al problema che ci troviamo ad affrontare.
Insomma, possiamo dirlo, il tutto ci appare come un Mammut: enorme, pesante, difficile da domare. Una situazione soverchiante.
Ed è partendo da questa metafora che ancora una volta il riflettore si gira dal problema verso di noi e ci fa diventare protagonisti.
Non è raro peraltro che siamo noi stessi a creare la complessità del problema, non perché non esista nella realtà, ma perché utilizzando un punto di vista sbagliato oppure lasciandoci influenzare da chi abbiamo intorno, ingigantiamo involontariamente quel che dobbiamo affrontare.
E allora il primo passo è provare a cambiare prospettiva, un approccio che potrebbe inaspettatamente permetterci un ridimensionamento della criticità.
Perché non dimentichiamo che siamo noi innanzitutto a poter decidere SE e COME affrontarlo.
Ed ecco allora che arriva il secondo passo, se siamo riusciti a ridimensionare la situazione possiamo affrontare meglio quel che prima ci spaventava. Ma se la dimensione non è ancora sufficientemente ridotta per poter procedere?
Un modo per aiutarci è quello di immaginare che questo Mammut possa essere fatto a fette. Che il problema insomma possa essere scomposto. Che ogni singola fetta possa essere un problema più piccolo, di più facile gestione. Alla nostra portata. Quindi possiamo concentrare la nostra energia e porre maggiore focalizzazione.
Approcciare in questo modo ci fa recuperare sicurezza e respiro. Ci permette di essere efficaci quando entriamo in azione.
Che ne dici?
Considera inoltre che la dimensione di ciò che ci troviamo ad affrontare è assolutamente soggettiva e la percezione della complessità dipende da quello che siamo noi. Dal nostro vissuto. Dal nostro mind set.
Quindi non ha senso confrontare situazioni di persone diverse o addirittura buttarci giù quando vediamo persone che affrontano situazioni enormi che neppure avremmo potuto immaginare.
Quello che possiamo fare è porvi attenzione con un’accezione positiva: persone che hanno affrontato difficoltà ancor più grande della nostra e ne sono uscite. Questo non per sminuire quel che stiamo affrontando noi, ma per dirci che possiamo farcela.
E ogni difficoltà che affronteremo in questo modo farà sì che il Mammut successivo sia percepito più piccolo o se la vogliamo vedere in modo diverso che a parità di dimensioni percepite l’effettivo problema che ci troveremo ad affrontare sarà più grande.
Mara W. Cassardo - Counselor
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