Il lato oscuro del lavorare per obiettivi

È innegabile: la capacità di lavorare per obiettivi rappresenta un soft skill fondamentale per riuscire nel mondo del lavoro ma non solo.

Questo perché fissare il punto verso il quale si vuol tendere rende significativo ogni passo, rende autonomi nello step successivo, rende consapevoli del motivo per il quale si stanno facendo talune attività. Quindi complessivamente è un modello utile per incrementare la produttività.

Non solo quella dell’azienda, anche la nostra personale. Perché applicare il modello per obiettivi fa sì che la giornata possa comprendere più cose. Che fin dalla mattina si riescano a svolgere attività evitando la sensazione del tempo che fluisce inesorabile. Si riesci sostanzialmente ad assegnare significato alle piccole azioni che diventano tasselli organizzati e imprescindibili, seppur nella loro piccolezza, per quel qualcosa di più grande che è l’obiettivo stesso.

Lavorare per obiettivi significa avere le idee chiare sul dove si vuole arrivare e quindi organizzarsi al fine di giungere al traguardo.

Significa definire una tabella di marcia giornaliera o a più breve periodo che ci permetta di svolgere azioni utili al raggiungimento del target. Evitando quindi di perdere tempo, procrastinare.

Ci sono tecniche e modalità per operare in questo modo. Lasciandosi anche i giusti spazi per riprendere fiato evitando quindi di sfiancarsi nel percorso rendendolo a sua volta inefficace.

Ma se lavorare per obiettivi avesse un lato oscuro?

Lo so. È provocatorio. Ma voglio fare un salto in avanti, aggiungendo elementi al ragionamento perché quasi mai la via da percorrere è semplice e lineare.

Troppo spesso capita di avere a che fare con persone che sono talmente orientate ai propri obiettivi da sacrificare qualsiasi cosa o persona che si trovi lungo il loro percorso perché ritenuto necessario per il raggiungimento del proprio obiettivo. Ti è mai capitato? A me sì. Ancor oggi.

Cosa accade quando ci sono ostacoli?

L’opinione contraria diventa un blocco, la verità un dettaglio sui cui si può soprassedere. Tutto deve essere eliminato sotto il baluardo dell’obiettivo che a quel punto diventa l’unico elemento importante.

C’è che si muove così convinto che sia l’unico modo.

‘Il fine giustifica i mezzi’: Macchiavelli docet, no?

E allora la riflessione diventa non tanto che il lavorare per obiettivi sia sbagliato, quanto invece sia importante osservarsi, monitorarsi mentre ci si muove con questa modalità. Questo per evitare che l’obiettivo diventi il lavorare per obiettivi. Che nulla abbia più importanza dell’obiettivo stesso. Che l’ecosistema fatto di persone e situazioni intorno a noi venga preservato in virtù della correttezza, elemento a mio parere imprescindibile.

E allora non è l’approccio a essere sbagliato, ma ancora una volta come questo viene applicato.

Non possiamo forse fare molto sull'esterno se non accorgercene, quello su cui possiamo invece agire è come al solito su di noi.

Questa consapevolezza è anch'essa un soft skill proprio come il saper lavorare per obiettivi.

È uno strumento che fa parte del nostro self empowerment. E può fare la differenza per vivere e costruire un contesto più equo.

 

 

Mara W. Cassardo - Counselor

+39 3473443223

mwc@maracassardo.it

Condividi su:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scroll to top