La vita è un continuum: ossia quel che accade ha un senso di continuità con quel che è accaduto nel passato e quel che accadrà nel futuro.
Ogni passo che si fa viene mosso dal precedente e definisce il successivo.
E nel mentre, il percorso si traccia, evolve, si trasforma.
Ma tutto questo non è lasciato al caso.
E questo è il bello perché altrimenti saremmo marionette senza alcuna possibilità di essere padroni della nostra vita.
Il fil rouge che collega fatti ed eventi ha una sua significatività che è relativa a chi si è davvero.
Perché si è, c’è un senso, così come un significato è presente nella vita di ognuno.
Solo che non sempre lo si riconosce.
E in tal caso continuiamo a vedere la nostra vita come un insieme di fatti tra loro slegati.
Oppure si pensa che siano sempre le forze esterne a condizionare quel che accade.
C’è complessità in quel che dico e me ne rendo conto io per prima scrivendone.
Perché tu sei tu, il mondo esterno influenza la tua vita, può farti cambiare direzione, può causare dinamiche complicate, ma se riconosci chi sei, le variabili esterne diventano e possono essere riconosciute come contesto, non essenza. Nello stesso tempo però, pur non essendo essenza, sono condizioni fondamentali per permetterti di emergere per quel che sei.
Quindi riconoscere la propria storia, o meglio le proprie storie, permette da un lato di avere il proprio punto di vista, dall’altro di mantenersi in cammino non confondendo il senso di chi si è con i fatti che accadono, ma altresì accettando quel che accade come condizione essenziale alla propria realizzazione.
Chi siamo ci permette di interpretare.
Spostare il punto di vista, partendo dal dentro, ci permette di continuare a essere protagonisti. Il punto di vista deve poter partire dalla nostra essenza. Quindi dobbiamo riconoscerla.
Chi sono? È la domanda principe. Perché si deve passare dal riconoscimento della propria essenza. Del proprio significato. Riconoscendo l’unicità che si porta nel mondo.
Riconoscendo il senso della propria vita, si può interpretare quel che accade, accettandolo e non facendosene schiacciare.
E da qui nascono le mie sessioni di counseling basate sullo storytelling. Il proprio. Quello personale.
Mara W. Cassardo - Counselor
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