Nel nostro appuntamento domenicale di Counseling for You su ClubHouse abbiamo deciso di guardare un po’ più da vicino la paura, chiedendoci se possa essere o diventare nostra amica.
Affermazione forte. Ma abbiamo respirato a fondo e siamo partiti cogliendo la sfida, con coraggio.
E siamo partiti da un fatto, che aiuta e talvolta rassicura: le emozioni sono messaggeri.
Siano esse positive o negative ci stanno parlando di noi e quindi vale la pena ascoltarle. Giustamente vorremmo sempre provare emozioni che ci fanno stare bene, ma in questo modo rischiamo di relegare in un angolo i messaggi che potrebbero portarci le altre. Potremmo non riconoscere il ‘volano’ e l’energia che anche la paura a suo modo potrebbe fornirci. Perché ogni messaggero va ascoltato e indagato. Capire il messaggio che porta ci può aiutare ad affrontare quelle parti di noi magari più nascoste che comunque potrebbero innestare un cambiamento.
Guardare la paura porta a conoscerci meglio, ci conduce alla consapevolezza.
Ciascuno di noi sulla base della combinazione di personalità ed esperienze che ha vissuto si trova ad avere a che fare con ‘paure dominanti’ archetipiche che condizionano la propria vita.
La paura dominante archetipica ci mette sotto pressione per il modo in cui siamo, costringendoci a difenderci. Si tratta di macro-categorizzazioni tipizzate che in qualche modo ci toccano, ci sfiorano oppure ci lasciano indifferenti. E questo dipende dalla nostra soggettività. Perché ognuno metaforicamente indossa il suo paio di occhiali e quindi guarda in modo diverso la realtà: guai a pensare che one size fits all.
Come persone ognuno di noi è un individuo unico che ha sue caratteristiche e quindi sarebbe semplicistico trovare una formula che vada bene per tutti. La differenza dall’altro è quel che ci caratterizza.
Lo spirito della room di lunedì è stato proprio questo: spunti che ognuno ha messo sul tavolo virtuale lasciando che ognuno potesse cogliere quanto di più utile.
La sfida che ci siamo posti è stata quella di provare insieme a guardarle una per una. Abbiamo compiuto un viaggio, come in un pozzo di San Patrizio abbiamo preso la scala per scendere e poi siamo risaliti.
E nella discesa ci siamo guardati dentro. Abbiamo condiviso un pezzo della nostra esperienza, qualcuna delle nostre paure proprio facendoci guidare dalle paure archetipiche che muovono ognuno di noi.
Attraversando quindi le tre sfere dell’Agire, del Sentire e del Pensare abbiamo guardato cosa significhi la paura di non essere perfetti, di essere sopraffatti o abbandonati, la paura di essere senza uno scopo e di non essere al sicuro. La paura di soffrire. La paura di aver paura: forse la più tremenda e immobilizzante.
E così come siamo scesi abbiamo poi trovato la strada per risalire, mettendo sul tavolo i propri ‘due cent’ dettati dall’esperienza, dal confronto, dall’aver visto o dall’aver provato.
Perché la paura di non essere perfetti può essere compensata dal fare e dalla scoperta dell’imperfezione, quella di essere invasi dalle persone dallo scegliere rapporti appaganti o ancora la paura di non essere al sicuro dall’avere maggiore fiducia in se stessi.
Come sempre un bellissimo viaggio insieme.
Un momento di ascolto e confronto.
Per scoprirsi e comprendersi nella dinamica di gruppo.
Con un punto fermo: la consapevolezza è la chiave da utilizzare per partire nel proprio percorso di crescita ed evoluzione.
Ti aspetto domenica prossima 30/5 alle 17.30 su #ClubHouse insieme a Eleonora Greco.
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