Il gatto si strusciava insistente contro alle sue gambe.
Lo scostò in maniera brusca con il lato della scarpa, mentre un miagolio di dissenso non mancò di farsi sentire da sotto al tavolo.
«Taci Myou, che oggi hai già fatto abbastanza danni.»
Un miagolio, netto. Sembrava non essere d’accordo. Si sporse e puntò gli occhi sul felino grigio che lo fissava impertinente.
«Su cosa non saresti d’accordo? Sul fatto che devi tacere o che hai già fatto danni a sufficienza?»
Lo fissava.
«Certo che ho incontrato Roberta grazie a te… ma hai visto come è finito il nostro caffè?!?»
Myou si era seduta e non lo mollava.
«Insomma, cos’hai da guardare?» si sentiva inquisito da quegli occhi azzurri, «lo so che mesi fa sono andato via io e l’ho lasciata qui. Ho fatto le mie scelte.» pausa, «Ma l’ultima volta che l’ho vista, tra un vaffa e l’altro mi aveva lasciato intendere che mi avrebbe aspettato.»
Un miagolare soffuso.
«Dici che me lo sono immaginato?» distolse lo sguardo dal gatto e lo portò sulla tazzina che teneva tra le mani, «Eppure a me sembrava così.»
Dentro di sé lo sapeva che si stava raccontando una barzelletta. Doveva essere stata una sua interpretazione della realtà.
Eppure non era possibile.
Perché Roberta per lui c’era sempre stata.
Quindi quello del pomeriggio era stato solo un battibecco.
Uno di quelli con cui avevano portato avanti la loro storia.
Ecco! Un’illuminazione. Allora doveva interpretarlo proprio così. Era un segno che nulla era finito.
«Vai via gattaccio. Quante volte te lo devo ancora dire?»
Si alzò e lavò la tazzina sotto un getto di acqua tiepida.
Il campanello. Improvviso lo scosse dai suoi pensieri.
VIII - La Giustizia
Equilibrio, perfezione.
Simbolo della compiutezza. La Giustizia, con la sua bilancia, riequilibra la nostra vita.
Alejandro Jodorowsky